17 Lug Jude, il perno del mondo | Alberto Guizzardi
Come in un romanzo dell’ottocento ci viene risparmiato ben poco a livello di tragedia nell’opera di Hanya Yanagihara “Una vita come tante”, titolo originale “A little life” editore Sellerio.
In un resoconto di oltre mille pagine si srotola la vita di quattro amici che si conosco al college e che saranno indissolubilmente legati tra loro per il resto dei loro giorni.
Jb, arista egocentrico e prima donna del gruppo, Malcolm, futuro architetto di famiglia agiata afroamericana, Willem cameriere con il sogno poi realizzato di diventare attore e infine Jude, ragazzo timido e silenzioso, con un passato di terribili abusi subiti nell’infanzia.
Jude St. Francis: ben presto ci accorgiamo che è lui l’eroe tragico del romanzo; il passato è un marchio che si porta addosso psichicamente e fisicamente ed è talmente indicibile quello che è stato che non avrà mai la forza di elaborarlo ma solo di conviverci.
Ma Jude, con i suoi silenzi, con sua vita sessuale azzerata, nel suo sentirsi completamente fuori posto per quello che è stato, diventa il catalizzatore delle esistenze sia dei suoi amici sia delle persone che, via via nel corso del tempo, lo conoscono e lo frequentano.
È come se nella sua fragilità le altre persone ritrovassero parte di se stesse, facendolo così diventare indispensabile nelle loro esistenze.
Sarà Willem a diventare l’amico del cuore, quello che diventerà anche fratello, padre e qualcosa in più in un rapporto sempre più simbiotico.
Sarà Malcolm a capire per primo che la sua esistenza sarà irta di ostacoli fisici e gli costruirà luoghi che possano accogliere le sue disabilità.
E sarà però Jb, il più refrattario a uniformarsi al coro, a cogliere la vera essenza di Jude mettendolo a nudo nei quadri che lo ritraggono e che lo renderanno famoso.
È questa la forza del libro che, senza la caratterizzazione così intensa del personaggio di Jude che sovrasta tutto il romanzo, si ridurrebbe a una semplice sequela di avvenimenti a volte anche abbastanza inverosimili.
E una volta chiuso il libro ti rimane l’idea che da Jude sei stato catalizzato anche tu e hai la sensazione che il percorso della sua vita poteva svolgersi in mille altre maniere se fossi stato presente anche tu ma, come direbbe Vasco Rossi, “la vita è un brivido che vola via, è tutto un equilibrio sopra la follia”