15 Nov Restless | Claudia Vanti
Ormai si parla talmente spesso di quiet luxury che credo perfino il mio gatto ne abbia capito l’essenza. Anzi probabilmente l’ha capita meglio di molti che ne parlano.
Del resto chi meglio di un gatto può rimanere a lungo in stato di quietness?
Quanto al luxe è decisamente una caratteristica che si addice a un felino.
Tutti a discettare sui “veri” ricchi che non si fanno notare, tanto meno con gli abiti, abbiamo visto Succession (bene) e siamo diventati esperti in materia, però nessuno ha pensato che
- potrebbe essere una tattica dei “veri” ricchi per non esporsi e agire indisturbati facendo danni come i disturbati figli di Logan Roy;
- potrebbe oppure essere un tentativo di darsi una classe che non si ha mentre intanto si sogna il Il castello delle cerimonie.
Che ricco lo era pure Berlusconi e l’eleganza quella, ecco, no.
E comunque chiunque abbia un gatto (gli unici veri esperti anche in materia di eleganza) sa benissimo che, almeno una volta al giorno, per cinque o dieci minuti, esso impazzisce: corse forsennate nei corridoi, salto di mobili e vettovaglie, miagolii “terrorizzanti” e sguardo allucinato.
Poi la calma. Seduto a leccarsi lentamente una zampa.
Quindi, come i gatti, di tanto in tanto un po’ di impazzimento è salutare benché restless.
Che la quiete dopo un po’ viene a noia.