20 Giu Made in Italy | Claudia Vanti
Dieci anni fa moriva Gianfranco Ferré, il 17 giugno 2007, di domenica.
D’altronde sarebbe stato impossibile che l’etica del lavoro che lo faceva essere sempre presente in maison gli “consentisse” di fare diversamente.
Mi è capitato più volte, dopo, di pensare e dire ad amici che l’immagine di tutti i protagonisti del Made in Italy al funerale, insieme, era la fotografia di un momento irripetibile.
Giorgio Armani e Valentino, Donatella Versace e tutti quelli che avevano creato il mito ma soprattutto il fenomeno commerciale (ma anche viceversa, mito e successo sono interdipendenti).
Un po’ più indietro, giustamente, la seconda generazione, quella dei Capasa e di Romeo Gigli. E moltissimi altri fra la folla.
Il lascito che ci rimane e ci rimarrà in futuro è un patrimonio creativo e culturale importante, di cui bisognerebbe avere cura, perché senza radici forti il talento dei futuri creativi rischia di disperdersi, o di confrontarsi solo con la mediocrità del fast fashion.
La Fondazione Gianfranco Ferré fa un ottimo lavoro, espositivo e formativo, ma non deve bastare.
Una maggiore attenzione anche da parte dei poli museali nazionali e dei media sarebbe doverosa.