19 Gen Venatoria | Mirco Denicolò
Il grande Nimrod amava la caccia, e molto spesso usciva a sparare, quattro segugi gli andavano dietro, una carrozza e venti lacchè.
Il lunedì sparava palline, fatte di carta, cera e cingomma, da un tubicino soffiava forte, per accecare le mosche e le pulci.
Il martedì poi tirava con l’arco, trentadue frecce di legno di faggio, tirava frecce ai sorci ed ai topi, quasi nessuno riusciva a colpir.
Mercoledì era stanco e depresso, si lamentava di aver mal di pancia, così cacciava con un cannoncino, sparava contro ai passeri e ai tordi.
Il giovedì usciva contento, con i lacchè a cercare cinghiali, mirava verso maiali dipinti, perché cinghiali non c’erano più
Il venerdì era tutto un furore, voleva tigri giraffe e gazzelle, dentro allo zoo lo vedevi aggirarsi, con un fucile più grande di lui.
Per sire Nimrod al finsettimana, si preparava una grande cena, tutte le bestie che aveva colpito, tutte condite con l’aglio e col pepe.
Il prode Nimrod era un gran cacciatore, vestiva giubbe di pelo di capra, ma le sue prede eran solo fantocci…
Lui lo sapeva? Mi pare di no.