23 Mag Tutto quello che vuoi | Alberto Guizzardi
Tutto quello che vuoi, può essere tanto per un ventiduenne svogliato e pigro con la vita davanti e poca aspettativa sul futuro; può essere veramente poco per un poeta ultraottantenne malato di Alzhaimer la cui realtà pian piano svanisce sempre di più.
Il ragazzo, obbligato dal padre, si deve occupare di questo signore, accompagnandolo in passeggiate pomeridiane noiose, un po’ per i soldi un po’ per passare il tempo.
La compagnia di amici, perdigiorno come lui, lo sfotte, ma piano piano tutti vengono affascinati da questo signore svagato che racconta storie apparentemente senza senso.
Non è una storia di rivalsa o redenzione ma solo l’incontro di 2 generazione apparentemente distanti con un vissuto totalmente diverso, che riescono a trovare un punto d’incontro grazie al loro essere non catalogabili dalla società.
I ricordi del poeta diventano un puzzle che i ragazzi cercheranno di completare in un viaggio sia fisico che mentale ognuno alla ricerca delle proprie radici e della propria memoria.
Francesco Bruni, che anni fa aveva puntato il suo sguardo sulle insicurezze giovanili con il bel film “Scialla” si ripete qui con un’opera apparentemente leggera dove la sceneggiatura e i dialoghi sono il battito per raggiungere i nostri cuori.
Nell’apparente normalità della propria esistenza c’è sempre un viaggio iniziatico che fa da spartiacque e che potrà diventare il viatico per un’esistenza diversa.
Tutto quello che vuoi può essere il mondo che ti si apre davanti o l’ultimo desiderio prima che tutto finisca.