07 Giu Salto temporale | Alberto Guizzardi
Era l’anno di Top Gun, quello dell’ottantasei, Tom Cruise era un ragazzo come noi…
Il film che lo lanciò nello stardome uscì all’apogeo dell’era reaganiana, l’impero sovietico stava fortemente scricchiolando e in Italia la mia generazione cresceva senza più alcuna ideologia.
Chi inseguiva l’America corse a vederlo, chi invece la odiava gridò alla colonizzazione e lo bollò come fascista.
Nonostante il successo planetario non ci fu mai un seguito e forse questo lo ha reso quell’evergreen che ancora oggi regge il passare del tempo e che ci piace ancora rivedere quando passa in Tv.
Ci sono voluti più di 30 anni a convincere Tom Cruise a rivestire i panni di Pete Maverick ma ora è di nuovo qui tra noi.
Il progetto era partito nel 2018 con uscita prevista nel 2020, poi è arrivata la pandemia che ha messo in sospeso il mondo, cambiando nel frattempo le abitudini del pubblico.
Gli adulti, ancora spaventati, avrebbero rinunciato alla comodità del loro divano e alla infinita scelta proposta da Netflix?
E il pubblico giovane,nemmeno nato nell’86, ma ormai unico fruitore delle sale,sarebbe bastato a coprire gli spaventosi costi della produzione?
La Paramaunt ha fatto un pensierino alle piattaforme ma Cruise è stato irremovibile: “Solo al cinema“
E così “ Top Gun Maverick” ha fatto il miracolo: ha riportato nelle sale chi non ci andava da anni e chi di quel primo film aveva solo sentito parlare.
Le polemiche sui sottostesti sono ormai superati, le nuove tecnologie aiutano a rendere mozzafiato le azioni di volo, c’è l’effetto commozione per Val Kilmer che riprende il suo ruolo, nonostante la malattia gli abbia tolto la voce, ma non quello per Kelky McGillis che il tempo ha reso ben diversa dalla nostra memoria collettiva.
“Take my breath away “ cantavano i Berlin ed evidentemente il pubblico ha ancora voglia di farsi trasportare lassù nell’aria dove il nemico da combattere è ora quella nostalgia di un tempo che fu e che, miracolosamente, è di nuovo qui tra noi