28 Mar Piano sequenza | Alberto Guizzardi
Una mamma urla sguaiatamente la sua indignazione sui social per la valanga di compiti che vengono affibbiati al figlio.
Il figlio è presente, sullo sfondo, e non si capisce se è compiaciuto o mortificato.
Una professoressa viene picchiata dalla madre di un’alunna perché rea di aver dato voti troppo bassi alla figlia.
Le famiglie arcobaleno manifestano per la pari dignità dei genitori e un emerito esponente della destra afferma che la maternità surrogata è peggio della pedofilia.
Storie prese a caso dalle notizie recenti, storie di pedagogia nera, di adulti incapaci di rispettare ciò che più è sacro: i bambini.
L’ordine precostituito impone che siano oggetti in mano a genitori prima ed educatori poi; il loro punto di vista non interessa a nessuno.
La mania di protagonismo degli adulti impone che non ci siano interferenze e quello che esce dal seminato crea pericolo.
Pericolo per chi?
Eppure basterebbe poco: ricordarsi delle piccole rivoluzioni che abbiamo cercato di attuare quando volevamo deviare da un percorso che non potevamo e volevamo capire.
Ora che ne avremmo i mezzi vogliamo che tutto rimanga immutabile come se fosse una rivalsa per quello che in passato non abbiamo ottenuto.
A chi mi dice: tu non puoi capire perché non sei genitore rispondo che io capisco e anche meglio perché sarò per sempre figlio.