Abbiamo bisogno di spazi. Luoghi dove sparpagliarci.
E non per una questione di distanziamento sociale, o fisico – come sarebbe meglio dire.
Abbiamo scoperto di averne bisogno per ben altre ragioni.

Perché ci siamo accorti che, prima, ci andavamo perché ci andavano gli altri.
In modo da essere omologati, cioè sicuri di essere il pubblico dello stessa esperienza o dello stesso contenuto.
Così avremmo educatamente scambiato le nostre impressioni su storie, fatti, argomenti, notizie, decisi dagli altri.

Se ci sparpagliamo, invece, incontreremo persone che non cercano noi, né esperienze attese o contenuti omologati. Incontreremo sconosciuti, che si trovano lì per ragioni a noi sconosciute.
Sarà il luogo a darci degli indizi. È quella che chiamiamo scoperta.

Antonio Pavolini