11 Giu Non tutto è quel che sembra | Alberto Guizzardi
Yorgos Lanthimos è quello che si dice un autore cool.
Dopo anni di opere estreme, culminate in quel gioiello di “The lobster”, è stato adottato dal cinema mainstream americano dove, pur non perdendo la sua vena irriverente di tradurre la sua visione di cinema, ha prodotto due capolavori come “La favorita” e “Povere Creature”.
Girato quasi di nascosto e presentato recentemente a Cannes esce ora “Kind of kindness” che lo riporta agli stilemi del suo primo periodo, quelli di“ Dogtooth” e “Il sacrificio del cervo sacro” tanto per intenderci.
Tre episodi, interpretati dagli stessi attori, i sodali Emma Stone, Willem Dafoe e la new entry Jesse Plemons , il cui tema apparentemente è la rappresentazione di vari tipi di gentilezza ma che, nelle mani di Lanthimos, diventa una favola nera volutamente spiazzante, spesso autocompiaciuta, ma della quale è impossibile rimanere indifferenti.
Il regista forse sentiva il bisogno di tornare al suo cinema dei primi anni, libero e fuori dagli schemi, fatto di trame sospese che assomigliano a sogni che si trasformano in incubi ma che, essendo prodotto del nostro subconscio, ci dicono ben di più sul mondo che viviamo rispetto a quella che consideriamo realtà.
E sta forse qui il modo di affrontare questo oggetto strano: lasciarsi andare alla visione, senza pregiudizi, riconoscendo che l’assurdo fa parte delle nostre vite.