19 Ott Mare denso come inchiostro | Mirco Denicolò
Un mare nero, profondo e pauroso.
Non è una immagine solo mia, ho chiesto agli amici, diversi di loro lo hanno sognato.
Mi sono lasciato andare ad visualizzare quella fossa buia, ho disegnato creature piccole e mostruose che lo abitano.
Provo a descrivere una delle scene prodotte.
C’è un animale che sembra un granchio, muove le chele, sta mimando delle parole, è una specie di linguaggio Morse.
Sotto di lui una creatura che somiglia al monaco-pesce, questo è più pesce che umano, con grandi mani come pinne e la bocca aperta: forse risponde al granchio, forse emette un unico ininterrotto suono; magari è il suo modo di vivere, emettere suoni e nuotare.
Il buio totale nel quale sono immersi non è immobile, si vede un’onda, in quelle profondità soffia un vento sotto – sotto marino, una forza che ricorda loro che non possono fermarsi.
Di certo l’esistenza laggiù deve svolgersi in modo molto lento, un po’ come nelle notti in cui si ha un po’ di febbre ed il tempo è scandito dalla conta dei minuti.
Il quadretto che ho inciso non mi fa paura, però rende meno squillanti le mie risate e imperfette le mie battute di spirito.