17 Mar Il paradosso del paradosso | Alberto Guizzardi
Oggi qualunque ragionamento che andiamo a fare non può non essere filtrato dagli straordinari eventi che stiamo vivendo.
Avevo recentemente letto il libro di Luca Ricolfi “La società signorile di massa” e ne ero rimasto talmente colpito, da sceglierlo con largo anticipo come tema del mio post.
Alla luce di ciò che sta accadendo in questi giorni la visione che mi ero fatto di questo libro assume ora una luce tutta nuova.
Il paradosso che presenta il libro è che l’Italia sia ormai diventata una società signorile che si differenzia rispetto alle epoche passate dal fatto che il privilegio non è più di pochi ma di una largissima parte della popolazione.
I fattori che portano a questa conclusione sono: una distribuzione dei consumi di medio alto livello su una larga fascia della popolazione, la riduzione a minimi storici della forza lavoro produttrice, la stagnazione dell’economia con crescita del PIL vicina allo zero.
Se l’accesso a beni di consuma ,una volta destinati alla fascia ricca della popolazione, potrebbe essere visto come segno di una società sana, gli altri due fattori ci portano a darne una spiegazione ben diversa: la nostra società si sta appoggiando non su una ricchezza prodotta da se stessa ma su quella prodotta dalla generazione precedente.
Per dirla con un eufemismo: si stanno svuotando i forzieri.
La nuova signoria sta vivendo sulle spalle dei genitori e dei nonni, si può permettere di iniziare a lavorare tardi, è incapace di risparmiare in attesa di un’eredità che prima o poi arriverà, vive una vita narcisista dove i beni primari sono diventati quelli superflui e infine preferisce non lavorare se il lavoro non è consono alle proprie aspirazioni.
La forza produttrice, sempre più ridotta all’osso, non è in grado di alimentare il ciclo economico e l’intero sistema è da anni impantanato.
È chiaro che una società così impostata sia per forza destinato ad andare in default prima o poi.
Ora che siamo chiusi nelle nostre case, limitati negli spostamenti, coperti da mascherine e guanti quando usciamo, ora che” le luci del varietà” sono state spente, abbiamo veramente la possibilità di fermarci a pensare se vale la pena ricominciare come prima, come se niente fosse stato.
Quando si ripartirà avremo la grande opportunità di ricostruirci moralmente ed economicamente, due fattori che messi insieme possono essere il volano per una nuova rinascita.
Facciamo sì che per questa volta “utopia “ diventi la parola più vicina alla realtà.