30 Gen Consapevoli eccessi e una divertita pomposità | Matteo Lion
Il 18 gennaio al Teatro Antoniano a Bologna c’è stata una delle prime tappe dell’Infedele Tour di Colapesce in supporto al nuovo disco, “Infedele” appunto.
Il singolo di lancio del disco, “Totale” ha un ritornello che dice: “Siamo nati tutti senza denti, tutti senza nome come dei bambini torneremo felici”.
E un po’ dell’ingenua felicità dei bambini evocata da Colapesce l’ho trovata nel set dell’opener del concerto, ovvero Andrea Poggio, che presentava il suo nuovo disco “Controluce”.
Si è presentato sul palco magrissimo e con un dolce vita, pantaloni larghi e occhialini da intellettuale. A supportarlo una band di strumentisti e coriste di origine asiatica e di nero vestiti che contribuivano – per contrasto – a catalizzare l’interesse per il bizzarro cantante dinoccolato.
Il set è stato molto convincente oltre che piacevolissimo.
Comporre canzoni pop non è mai stato facile. Azzeccare un ritornello che si faccia immediatamente ricordare non è prerogativa di tutti.
Andrea Poggio indiscutibilmente ci riesce, ma non si accontenta solo di questo.
Con arrangiamenti particolari, citazioni e testi sperimentali rende il tutto “avant-qualcosa”.
Si, il ragazzo è davvero un passo avanti.
“Controluce” è una vera perla di pop sperimentale, con arrangiamenti strambi ma sofisticati pur nella loro immediatezza e semplicità.
Poggio ha composto delle gioviali marcette che fanno muovere il piedino a tempo anche senza volerlo.
“Riscoprirsi all’improvviso in pace col mondo, Correre tra i pali dei lampioni zigzagando” canta in Controluce, ed è proprio questo il mood del disco.
Ovvero chiedersi: sono solo spensierato e sono drammaticamente in trance?
Lui sul palco è una via di mezzo tra un primo Battiato e un giovane Morrissey.
Accenna anche qualche coreografia no-sense in collaborazione con una delle musiciste che lo supportano alla voce.
La musica italiana sembra si stia totalmente calcutizzando, ovvero adattarsi allo stile un pò strafottente di cantare a muso duro di quotidianità tardo adolescenziale fuori tempo massimo. Certo, questo stile piace molto. A tutti.
E infatti Calcutta terrà un concerto all’arena di Verona come una finale di Festivalbar.
Ma nei piccoli club o in apertura di concerti di altri ci sono artisti che partono da basi diverse della nostra musica italiana, come ad esempio i primi Matia Bazar, per (ri)trovare soluzioni meno convenzionali.
Se i testi di Calcutta sono molto auto-centrati, i testi di Poggio sono al contrario molto descrittivi.
Ci sono molti luoghi che vengono descritti e persone che vengono raccontate. E infatti il titolo del disco richiama una tecnica fotografica, il controluce appunto.
“Controluce” è davvero una polaroid dai colori fluò di una realtà a portata di mano.
Se volete vederlo dal vivo le prossime date disponibili sono:
2 febbraio Torino – Astoria
15 febbraio Roma – Lanificio 159
16 febbraio Milano – Santeria Social Club
Invece il disco si può ascoltare qui: