10 Apr Basta bellezza | Alessandro Manzella
Succede che ti soffermi a guardare la “Donna col turbante” di Vermeer e non provi nessunissima emozione, succede che ti guardi intorno e nessuno degli sguardi dei vari astanti è colmo di sublime Bellezza, nessun corpo si contorce in terra in preda all’estasi mistica.
Succede che dedichi al quadro un paio di minuti e poi te ne vai.
Per provare qualche emozione sincera ti soffermi a guardare la scritta “Polizia infame” davanti il muro di casa tua.
Quando ripristineranno l’esecuzione capitale mediante fucilazione i primi contro il muro dovranno essere le persone sensibili alla Bellezza.
Pensavo che questa storia fosse finita tempo fa, quando gli esteti smisero di cercare e riproporre la divina armonia delle forme classiche e tutti lasciammo perdere questa balla della “perfetta e armoniosa bellezza delle opere d’arte”.
Purtroppo , oramai a getto continuo arriva l’intellettuale-molto-sensibile –del-momento a doverci dire che alcune opere dell’uomo sono così belle e superiori che noi di fronte a cotanta immensità possiamo solo contemplare e ammirare in silenzio.
Risultato: tutta questa ammirazione e contemplazione ci ha reso delle capre ignoranti.
In campo artistico il motivo della “bellezza” ha creato dei veri propri orrori, vengono create mostre che non sono altro che processioni di reliquie sacre da contemplare religiosamente, poi se di fronte al tuo Dio incarnato non provi alcuna emozione trasmigratoria vuol dire che sei solo una bestia schifosa e insensibile.
Altro corollario di questa geniale visione museografica è che esci dalla mostra senza aver capito e imparato una beata mazza dato che hai affidato tutto il senso dell’esposizione ad una qualità sensibile.
Si l’amara verità è anche questa: la bellezza non è niente di assoluto ma una semplificazione verbale di svariate e complesse sensazione biofisiche.