07 Giu Balancing | Mirco Denicolò
Tenere in equilibrio un sasso, due tre quattro cinque sassi.
Mettere in equilibrio un sasso, un vaso, un tronco fiorito, appendere un campanello.
Mettere uno sopra l’altro un pietra, un pezzo di vetro, un rottame di bicicletta.
Fare una pila di vecchi arnesi da cucina, attrezzi d’officina, lampadine fulminate.
Una pila di lettere, di libri di scuola, di dischi in vinile, di squadre e compassi.
Un totem, precario, di vecchi piatti di appartamenti venduti, di pentole di alluminio, di oggetti di plastica, di ricordi di viaggi.
Una colonna, pendente, fatta coi motori di furgoni, con le portiere di auto demolite, con le maschere da saldatore, legato tutto dall’odore di nafta.
Una montagna capovolta, un cono che oscilla sulla punta, un oggetto fatto con le case dove si è abitato, i letti dove si è dormito, le carrozze dei treni su cui si è viaggiato
Un vortice, da terra fino al cielo, di navi da diporto, pescherecci, mercantili, petroliere, e tutto, tutto, nel palmo di una sola mano, quella senza linee del destino.