11 Feb Leggere R. C. | Mirco Denicolò
Noi lettori abbiamo incontrato, tutti, dei libri fondativi: prima dei vent’anni, oppure poco dopo la giovinezza.
Io verso i trent’anni ho scoperto Le nozze di Cadmo e Armonia, consumato durante un viaggio con l’ansia di chi si sente svelato da un testo.
Dalle quelle pagine trassi alcuni temi che utilizzai copiosamente negli anni successivi: Asterione, Zagreo, Medusa, Ananke; la corona, lo specchio, la rete, la ruota.
Eppure… Questi testi, vitali, inducono alla debolezza della citazione: chi si occupa di arti visive deve fuggire prima possibile dalle seduzioni delle biblioteche, si corre il rischio di irrigidire la propria immaginazione. Cosa che io ho fatto (fuggire e rigettare) appena ne ho avuto coscienza.
Con scarso successo, perché la letteratura, le storie scritte e raccontate sono piacevolissime ed indispensabili: i libri della propria formazione non ti abbandonano mai più, diventano una parte del corpo, diventano parola.
Qualche mese fa, preparando una mostra (che non si è svolta), ragionando sulle nostre umanità legate ad un filo e costrette nelle case, ho disegnato su tre grandi cartoni.
Un progetto senza preconcetti, senza legami consci con nulla che già conoscessi, sicuro della loro originalità.
E ho rappresentato una pietra, una campana ed una corona.