08 Ott Nostalgia canaglia | Stefano Guerrini
La moda, l’arte, il cinema, la creatività in generale si nutrono di molti stimoli e nella loro incessante ricerca di nuovo, che sia un trend o una nuova modalità espressiva, spesso, se non sempre, attingono dal passato.
Sembrerebbe un controsenso, perché mai per arrivare a stupire per primi, conquistare nuovi mercati, crearsi un seguito, o più banalmente vendere, dovremmo scegliere di riproporre ciò che già è stato?
Che sia per la voglia di non spaventare un pubblico non sempre così aperto agli shock e ai cambiamenti repentini di gusto?
Ciò che é vintage, per chiamarlo in un altro modo, porta con sé una bella dose di rassicurazione, nel suo essere già stato visto, sperimentato, vissuto, indossato e rimaneggiandolo si può facilmente prevedere un successo, un seguito, un rinnovo di sostegno.
Ma c’è sicuramente dell’altro.
Intanto gli esempi di come si stia sempre più spesso guardando al passato in moltissimi ambiti creativi è palese.
Stamane, scorrendo una lista di film in uscita mi sono stupito di come i producer di Hollywood e dintorni abbiano deciso di proporre un nuovo episodio della saga Rambo-Stallone, di svecchiare la storia degli angeli di Charlie, proponendo un inedito trio capitanato da Kristen Stewart, in fuga da saghe di vampiri e fra uno spot di Chanel e l’altro.
Poi torna “Terminator” e questa volta non solo ritroviamo Schwarzie, ma anche Linda Hamilton che aveva abbandonato quei territori secoli fa.
Se poi parliamo di supereroi sappiano bene come nel giro di poco più di un decennio si son susseguiti ben tre diversi Spiderman, per non parlare del povero Batman la cui storia è stata saccheggiata e riproposta in tutte le salse e con tutti i volti possibili a nascondersi dietro la maschera del cavaliere nero.
Ricordate Val Kilmer? E George Clooney? Beh, sappiate che a breve la saga di Batman ricomincia, avete capito bene, sì, e con le fattezze di Robert Pattinson, anche lui come la Stewart in fuga dalle saghe dei vampiri e alla ricerca di un successo mega, che dopo i fasti di “Twilight” non ha più avuto.
Non mi dilungo poi sulla moda, campo a me più vicino, dove i revival sono all’ordine del giorno e dove, tanto per fare un esempio preciso, da alcune stagioni uno dei designer che sembra non sbagliare un colpo, Marc Jacobs, sta sapientemente rivisitando il meglio della couture e del glam dagli anni Cinquanta in qua, con dei moodboard ispirativi di partenza che fanno la gioia dei più nostalgici.
E la chiave di tutto sta proprio qui, nella nostalgia, vera e propria protagonista dei successi più eclatanti dei nostri anni.
Cosa sarebbero serie tv come “Pose” o “Stranger things” senza la loro componente malinconico-struggente?
Esattamente come dietro il lavoro di Hedi Slimane da Celine c’è la nostalgia di una donna parigina total seventies che di notte bisbocciava al Regine, mentre la sua corrispettiva americana non usciva di casa senza spruzzarsi un po’ di profumo Charlie, e infatti le collezioni sembrano tutte uscire dall’advertising vintage di quel profumo.
Nostalgia dietro operazioni di recupero di personaggi come Mary Poppins, di canzoni hit estive, che non cito per imbarazzo, e così via.
Stupefacente che questa nostalgia sia diretta ai più giovani, che quindi finiscono per essere nostalgici di qualcosa che non hanno mai sperimentato.
E cosa c’è di più moderno, in un’epoca di fake, di vite immaginate e finte sui social, che provare sentimenti per qualcosa che non si conosce proprio?