Non si finisce mai di ricominciare | Matteo Lion

Ogni anno ci sono dei lutti importanti nel mondo della musica.
Ricominciare spesso coincide con il vuoto che questi finali dolorosi ci lasciano.
Personaggi unici e insostituibili.
Inoltre, crescendo, l’età dei defunti si avvicina preoccupantemente alla propria.
Ed è sempre più difficile ricominciare senza di loro, quando ci si comincia a sentire dei superstiti.
E anche quest’anno sono venute a mancare delle vere icone ed è come perdere un migliore amico o persino un eroe.
Icone che erano manifestazione dei desideri, delle speranze e dei sogni dei fan.

Il 12 maggio di quest’anno, ad esempio, ho visto al Teatro Duse di Bologna il meraviglioso concerto dei Low.
Immaginate la sorpresa quando poche settimane fa è morta  a soli 55 anni Mimi Parker, batterista, cantante e autrice della band.
Il marito, l’altra metà della band, ha scritto sui social: «Amici, è difficile tradurre l’universo in un linguaggio e in un breve messaggio, ma… È morta ieri sera, circondata dalla famiglia e dall’amore, compreso il vostro. Tenete il suo nome vicino. Condividete questo momento con qualcuno che ha bisogno di voi. L’amore è davvero la cosa più importante».
Oltre ad adorare il loro sound minimalista, mi piaceva anche il suo stile riservato che la portava a non rilasciare interviste e a vederla praticamente sempre con la stessa maglia nera.
Un artista outsider che cercava di coinvolgere esclusivamente attraverso i suoi lavori. Capirete quanto ne sentiremo la mancanza in questi tempi di costante presenza social. Nell’ultimo disco aveva scritto una canzone, Disappearing con questi testi profetici: “Quell’orizzonte che scompare porta freddo conforto alla mia anima. Un promemoria sempre presente. Il volto costante dell’ignoto, dell’ignoto”.

A febbraio è venuta a mancare un’altra grande artista, Betty Davis. Per i più è solo la ex moglie di Miles Davis (anche se il matrimonio durò un solo anno).
In realtà per gli appassionati di musica è una vera icona e le viene riconosciuta l’intuizione che la vide pioniera del genere fusion, fondendo nei suoi pezzi suoni jazz, rock e funk. Inoltre con un anticipo di circa 20 anni era un esempio coerente per i diritti femminili e per la più totale libertà sessuale. Quest’anno sono mancati anche due membri della mitologica band americana Fleetwood Mac, Christine McVie e Brett Tuggle.
Christine McVie era la donna più discreta della band, in contrasto con Stevie Nicks che invece aveva il ruolo della famme fatale. Ma Christine ha scritto quelle meravigliose canzoni pop con quel retrogusto malinconico. Lei con la sua dolcezza ci ha messo di fronte all’evidenza che siamo tutti isole che gridano piccole bugie in un mare di incomprensione.

Non c’è un teen ager di provincia che negli anni ’80 non abbia sognato una vita diversa guardando il telefilm Fame / Saranno Famosi.  Non c’è nessuno della mia generazione che se sente le parole “Voi fate sogni ambiziosi, successo, fama…” automaticamente non vi risponderà con sicurezza “…ma queste cose costano ed è proprio qui che cominciate a pagare, col sudore”. Quest’anno è morta Irene Cara che cantava la famosissima sigla iniziale e impersonava anche uno dei personaggi principali. Inoltre aveva cantato anche la colonna sonora di Flashdance, altro film che insegnava che nella vita nulla ci viene regalato, anzi va pagato a caro prezzo. Messaggi che oggi non avrebbero la stessa presa popolare.

Abbiamo perso anche Julee Cruise cantante nota soprattutto per le sue collaborazioni con Angelo Badalamenti che la scelse per le colonne sonore per i lavori di David Lynch. Quelle composizioni oniriche e la sua voce angelica hanno dato spessore ai film di Lynch quanto la parte visuale. Bastano due note delle sue canzoni e automaticamente ci troviamo dentro all’immaginario Lynchiano. E sono molti gli artisti che ancora oggi la vedono come un punto di riferimento come Anohni che ha eseguito spesso la cover di Mysteries Of Love, brano tratto dalla colonna sonora di “Velluto Blue”.
È morto anche il compositore greco Vangelis che ha firmato le colonne sonore più famose degli anni ’80.
E ancora abbiamo pianto Olivia Newton John, la celebre Sandy del film musicale di culto “Grease” che ha insegnato a tutti come scavallare la pubertà con onore.
Tutti artisti che sono stati vere “vampate di fuoco” nel nostro immaginario. Vampate peccaminose come nella canzone Great Balls on fire che continua a far ballare ancora oggi dopo quasi settant’anni. Ma nel 2022 ci ha lasciati anche il suo autore, Jerry Lee Lewis.

Nella nostra modernità questi lutti sono diventati collettivi e social, generando ondate di tweet e migliaia di post. Questa testimonianza concreta dell’influenza che questi artisti hanno esercitato nella loro fanbase è forse il modo migliore per ricominciare  (..in attesa della prossima perdita).

Matteo Lion
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